La dipendenza patologica dei libri

Neurom: sei in uno di quei periodi in cui stai chino sui libri o apri il tuo kindle e non parli più.
Autostoppista: non posso farne a meno. È difficile da descrivere.
Neurom: di che si tratta?
Autostoppista: una classica dipendenza patologica dal libro. Sono passato dalla dipendenza alla tolleranza all’assuefazione. Da manuale.
Neurom: come è successo?
Autostoppista: beh, non saprei dirti con precisione. Forse pressioni ambientali – la famiglia, la scuola. Però se ci penso, per quanto mi riguarda sono cause da scartare. O forse tentazioni che proliferano grazie alla tecnologia. Ma hanno facilitato la dipendenza, non causato.
Neurom: cosa si prova?
Autostoppista: è dura, soprattutto l’astinenza. Malesseri fisici generali, pessimo umore. E poi uno stato di coscienza “denso”.
Neurom: denso?
Autostoppista: non so come spiegarti, senza libro c’è questa pressione dei pensieri dentro la testa e delle parole scambiate con gli altri. L’impatto delle loro parole e delle mie riflessioni. Un tormento.
Neurom: cosa succede quando stai sui libri, cosa osservi*?
Autostoppista: leggo, tutto qui.
Neurom: informazioni.
Autostoppista: non solo. Il senso della coscienza si dilata. Non è più denso. Non accade subito, ma gradualmente. Come una lunga corsa, chilometro dopo chilometro con la lettura scivolo in un alterazione particolare della coscienza.
Neurom: come fai a fermarti?
Autostoppista: ci riesco. Alzo gli occhi e riprendo, un po’ smarrito, la sequenza delle cose da fare. Ma alle volte è propro dura. I libri si presentano in occasioni meno previste e più subdole. Ad esempio, talvolta anche senza la presenza di un libro il cervello inizia di sua iniziativa a leggere tra il mondo in cerca di sorprese o conferme. Una simulazione, un delirio, un inferno.

Adesso, però, fammi continuare a leggere.

 

*neurom non ha ancora chiaro il processo della lettura silenziosa sui libri.
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