La fine della psicologia

Siamo arrivati al capolinea, si prega di scendere. L’annuncio dell’Associazione degli Psicologi Americani (APA) ha l’effetto di un terremoto in tutta la storia della psicologia. Ieri, la clamorosa dichiarazione ufficiale: interruzione immediata di ogni ricerca in psicologia e chiusura degli uffici accademici. Una delle più grandi e importanti istituzioni al mondo ha gettato la spugna: “non c’è alcuna speranza di poter studiare la mente fino in fondo”. Ecco quanto ha dichiarato Nadine Kaslow, presidente dell’APA, in conferenza stampa insieme ai rappresentanti di spicco delle più importanti aree psicologiche:

Abbiamo impiegato anni e anni per capire come funzionasse la mente, ma oggi sono costretta ad ammettere che questo tipo di ricerca non è stata altro che una missione imposssibile. In effetti, siamo noi i più pazzi di tutti […]
Può l’occhio osservare se stesso? Può un libro leggersi da solo? No. Adesso è chiaro che, malgrado le ricerche condotte scrupolosamente e l’ammontare poderoso dei dati raccolti nell’arco di 100 anni dalla fine dell’Ottocento, noi in sostanza non abbiamo altro che un serpente che morde la sua coda.

La notizia è scioccante soprattutto perché proviene da un’istituzione che è la più prestigiosa rappresentate mondiale della psicologia clinica. Non si tratta della solita denuncia da parte di coloro che criticano la psicologia per una grave mancanza di scientificità e correttezza metodologica. Sono gli psicologi clinici, gli psicoterapeuti, i professionisti della cosidetta terapia basata sulla parola (talking therapy) in alternativa al farmaco a pronunciare il verdetto di impotenza.

In Italia al momento la notizia ha ricevuto solo alcune caute accoglienze. Sembra quasi che nessuno ne sia poi così sorpreso. Da molte parti si chiedeva un cambiamento verso nuovi paradigmi della psicologia che mettessero in soffitta termini e concetti novecenteschi come psicopatologia, disturbo psichico, malattia, cura, mente, relazione, emozione, cervello. Materia per medici più che per psicologi. Invece, secondo “l’anima più nobile della psicologia italiana”, le questioni più scottanti sono di natura filosofica, esistenziale, antropologica o al massimo socio-culturale. La psicologia è una disciplina umanistica non materialistica.

(È indicativo l’esempio di Medicina 33 all’interno del TG2 che proprio di recente ha intervistato direttamente un neurologo e non uno psicologo per il trattamento di un attacco di panico).

zappare

Ma la paura e l’incertezza sembrano cominciare a serpeggiare tra le migliaia di psicologi italiani. Molti continuano a dichiararsi ufficilamete psicologi perché in fondo lo sono per diritto essendo iscritti nell’Albo Professionale che tutela il professionista e lo autorizza ad esercitare senza controllo. Ma l’agitazione della categoria ha preso rapidamente il sopravvento alla notizia (non ancora smentita) del decreto straordinario emanato dal Governo Italiano e diramato negli uffici delMinistero della Salute per la conversione delle Facoltà di Psicologia italiane in orti botanici. L’ansia si è trasformata in panico quando il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scritto su twitter quanto segue:

#STATESERENI #ANDATEAZAPPARE

link alla notizia sulla conferenza stampa dell’APA

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