La droga dei pensieri

 

unisci-i-puntiniQuando ho aiutato mio figlio ad unire i puntini numerati seguendo l’ordine crescente mi sono detto: il cervello ha bisogno di chimica per funzionare, la mente ha bisogno di pensieri. La mente si droga di pensieri. L’uomo non si accontenta di garantirsi la sopravvivenza adattandosi all’ambiente e generando una prole riproducibile, l’uomo vuole anche pensare a tutti i costi. 

Il pensiero è un vero e proprio meccanismo di azione che produce molti effetti tipici di una droga: ti fa muovere o ti immobilizza, ti fa sognare o calcola operazioni aritmetiche, ti trasporta all’indietro o in avanti rispetto alla direzione del tempo, risolve un problema per creare un problema che è la soluzione di un altro problema che risolve un problema soluzione del problema di prima e così via. Il pensiero è uno schema con la funzione di anticipare schemi. Pensare è connettere punti numerati secondo un criterio arbitrario. Sembra a tutta prima che sia tu a scegliere il criterio ma questo è un esempio di autoinganno. Connetti fatti e ante-fatti con amabile paranoia (confirmation bias). Manipoli i post-fatti con automatica abilità (post hoc, ergo propter hoc). 

Julian Jaynes nel suo libro Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza spiega che a monte di questa supremazia del pensiero astratto e personale dell’emisfero sinistro ci sia lo zampino della caduta degli dei. Secondo Jaynes, le divinità anticamente parlavano attraverso l’emisfero destro del cervello le cui voci non venivano elaborate da un centro nervoso specifico. Era il motivo per cui gli uomini dell’Antichità Classica vedevano parlare gli dei dappertutto, come se fossero quotidianamente allucinati. Con la rottura della simmetria neurologica del cervello e l’emergere della dominanza dell’emisfero sinistro – sede del linguaggio e quindi in senso lato dell’intelligenza – l’emisfero destro divenne silenzioso e la voce degli dei scomparì. 

Le voci dell’emisfero dx passarono alle nuove e sofisticate strutture di elaborazione del linguaggio dell’emisfero sn, divenendo monologo interiore e autocoscienza. Incredibilmente, lo scienziato Roger Sperry (premio nobel per le sue scoperte neurofislogiche) ha dato più o meno conferma di questa asimmetria emisferica. Forse gli schemi, le paranoie, le ipotesi scientifiche, le immaginazioni, i sogni, le storie assurde, i viaggi mentali nel tempo, forse non sono altro che messaggi trasmessi funambolicamente da parte dell’emisfero destro al suo emissario emisfero sinistro. 

Le persone non sopportano la noia, è un fatto. In alcuni esperimenti veniva chiesto ai partecipanti di scegliere tra il non far nulla o ricevere uno stimolo doloroso tipo una piccola scarica elettrica. Indovinate un po’ quale fosse la risposta prevalente. Non date troppa fiducia agli slogan o ai consigli del vostro amico secondo cui dovreste “rilassarvi”. Capite cosa implichi questa prospettiva? Sarebbe a dire staccarsi dai pensieri, anzi il contrario dei pensieri, uno spensiero, una condizione di spensieratezza che non ha niente a che fare con il non pensare: essa è astinenza di pensieri, o truffa per la mente che ripiegherà con una rappresaglia equivalente a tutte quelle attività mentali e comportamentali che servono per ingannare il tempo del ritorno ai pensieri. 

Non voglio dire che i pensieri siano sempre generosi con il nostro umore. Possono essere stressanti, invadenti, ripetitivi, coerentemente distorsivi, sempre autoreferenziali, talvolta disorganizzanti e patologici. È il prezzo da pagare per la naturale dipendenza dai pensieri. Ma ci fanno compagnia nei momenti di transizione, fanno da battistrada quando non abbiamo idea di quale direzione prendere, si fanno in due per noi anzi in 3 4 5 6 7… fin quasi all’infinito e ti lasciano la bellissima sensazione che sia tu ad essere giunto liberamente alla decisione appropriata. E sono pronti a sparire per te, a non farsi vedere e lavorare di nascosto come un servo della gleba legato alla tua mente. 

Abbi cura dei pensieri. Come ogni risorsa naturale, possono essere a rischio di esaurimento. Dipende da tanti fattori. Forse non finiranno mai, già forse. Forse. Senza di essi è difficile immaginare cosa sia la mente. Quando nasciamo non possiamo parlare, camminare, siamo senza denti e con un corpicino inadatto a sopravvivere da solo. Ma abbiamo un cervello ipersviluppato e per di più passiamo gran parte del tempo dentro la pancia di nostra madre a sognare. La natura non scherza. Pensa già prima di noi.

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